Progettare e arredare un centro di coworking

Quali i punti cardine da tenere in considerazione per progettare e arredare un centro di coworking? Ce lo raccontano Donata e Luca, i realizzatori del centro coworking lab121.

1. Per progettare un centro per il coworking si deve pensare in modo classico, ovvero come per arredare come un centro uffici o uno studio associato?

Luca: Direi che l’approccio al progetto deve essere differente. Non si tratta di un ufficio inteso in maniera tradizionale, ma di uno spazio che, oltre ad assolvere alle funzioni classiche dei luoghi di lavoro, deve poter prevedere e risolvere diverse problematiche riguardo convivenza di più persone al suo interno.
Dal punto di vista prettamente estetico, l’immagine del centro deve giocare su un sottile equilibrio: dare l’aspetto di uno spazio professionale senza cadere nell’asetticità dei tradizionali uffici e allo stesso tempo creare un atmosfera che agevoli la creatività.
 
Donata: La progettazione di un centro coworking deve assolutamente tener conto delle differenti professionalità che “gravitano” intorno ad esso. Lo spazio deve essere “polifunzionale” tale da offrire alle varie professionalità la stessa opportunità.

2. Quali sono i principali aspetti da considerare per la progettazione?
Luca: Capire quali sono i flussi delle persone al suo interno, comprendere le dinamiche tra gli spazi più raccolti e quelli di condivisione, prevedere degli angoli di relax, dove i lavoratori possono prendersi una pausa.
 
Donata: Il centro coworking, per definizione dello stesso, è un “luogo” dove è possibile e fattibile lavorare “gomito a gomito”, senza intralciarsi pur condividendo lo spazio comune (i grandi tavoli ne sono un concreto esempio) e/o, all’occorrenza, sfruttare uno spazio invece riservato, per incontrare il cliente o per godersi un momento di relax in solitudine.

3. Quali sono gli arredi più adatti per rendere lo spazio confortevole e funzionale?

Luca: La versatilità è uno degli aspetti fondamentali. Lo spazio dovrebbe ospitare arredi che possano variare la loro disposizione o fisionomia a seconda delle varie esigenze. Inoltre non si deve dimenticare di collocare contenitori dove i coworkers possano lasciare i loro oggetti in totale sicurezza.
 
Donata: Arredi basici, polifunzionali ma anche “divertenti” (la cabina del telefono, ad esempio?), accattivanti, versatili e confortevoli.

4. Quando si comprende se un centro per il coworking è stato progettato nel miglior modo possibile rispetto allo spazio a disposizione?

Luca: Come già accennato, sicuramente la convivenza positiva tra i vari utilizzatori è l’aspetto fondamentale. Chi ha bisogno di privacy deve poterla avere; allo stesso tempo dovrebbero essere presenti anche spazi di condivisione (uno dei pilastri del concetto di coworking). Se gli utenti riescono a svolgere la loro attività senza essere disturbati dai colleghi, allora possiamo affermare che gli spazi del centro assolvono la loro funzione.
 
Donata: Credo dalla risposta, dell’utilizzo dello spazio. Il centro coworking potrebbe anche essere in continua evoluzione, qual’ora ci si accorgesse che gli spazi debbano essere utilizzati in altro modo (per questo si sono scelti arredi polifunzionali)

5. Ci raccontate come è nata la vs. esperienza di allestimento del centro di coworking lab121.

Luca: Sono stati i nostri “committenti” a coinvolgerci. Loro sapevano di avere tra gli iscritti alcune figure professionali che potevano aiutarli nell’allestimento del lab121, e quindi ci hanno coinvolto in questo cammino. Conoscevo già da tempo Donata, e non è stato difficile entrare subito in sontonia su alcune decisioni tecniche. L’amicizia con i responsabili del lab 121 non ha fatto altro che agevolarci nelle scelte e, in generale, nel percorso progettuale.

Donata: Io e Luca abbiamo trascorsi, presenti e gusti diversi..ma è stato divertente “incontrarci e scontrarci”, fa anche parte del nostro rapporto!i nostri “committenti” avevano idee chiare e, come dice Luca, l’amcizia che ci lega ai ragazzi ha reso possibile confronti diretti senza timori..trovare “accordi” è così stato più semplice.